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Cos’è un mangime

La dieta degli animali (similmente a quella dell’uomo) deve apportare in giusti rapporti i principali elementi nutrizionali quali carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali.

Durante lo scorso secolo i mangimi venivano prodotti e conservati in modo poco idoneo e le quantità utilizzate per sfamare gli animali erano molto spesso insufficienti. Di conseguenza si avevano una diminuzione del benessere dell’animale e un aumento di sensibilità alle malattie. Ciò si traduce in prodotti alimentari(se di animali allevati a scopo alimentare si parla) qualitativamente parlando peggiori e meno sicuri per la salute del consumatore. 

Negli ultimi decenni, il progresso delle ricerche scientifiche sulla nutrizione animale ha consentito un continuo miglioramento della qualità dei mangimi fino ad ottenere alimenti sempre più attenti allo stato di salute dell’animale e di conseguenza a quella dell’uomo. 

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Le regole fondamentali per una corretta alimentazione animale

Perché il mangime sia adatto all’animale, deve prima essere sottoposto ad una serie di processi che vedono la selezione dei nutrienti in modo da bilanciarli e la rimozione di certi fattori detti anti-nutrizionali presenti nella stragrande maggioranza delle materie prime con origine vegetale. Un esempio di fattore anti-nutrizionale è una proteina presente all’interno del grano capace di inibire l’enzima amilasi a livello intestinale con conseguenti difficoltà  nella digestione dell’amido.  

Per permettere questa regolazione vengono utilizzati prevalentemente trattamenti termici come la cottura, la fioccattura e la tostatura che inoltre rendono i mangimi anche più facili da metabolizzare conferendogli stabilità microbiologica. 

Nella formulazione e nella produzione di un mangime, le seguenti azioni sono fondamentali:

  • eliminare sostanze potenzialmente all’origine di effetti indesiderabili per la dieta

  • sostituire un nutriente, anche presente naturalmente, al cui eccesso di consumo possono essere collegati effetti patogeni (es. alcuni lipidi o acidi, privilegiando quelli a catene lunghe ed insaturi)

  • favorire la concentrazione di composti naturalmente presenti, dotati di importanti benefici (vitamine, oligoelementi, aminoacidi, ecc.)

  • se necessario, sostenere gli arricchimenti strutturali degli alimenti con semplici integrazioni.

Queste considerazioni sono importanti quanto la conoscenza che ogni specie animale abbia specifiche esigenze nutrizionali e metaboliche, variabili anche in base all’età, alla razza, allo stato fisiologico ed alle performance.

Per soddisfare al meglio tali richieste, gli alimenti per animali devono essere ideati appositamente e prodotti con materie prime sicure e di qualità nutrizionale adeguata, trattate o meno a seconda della natura intrinseca della sostanza e degli obiettivi proposti per la salute animale e a tutela dell’uomo

 

Tipologie di mangimi

La legislazione identifica varie tipologie di mangimi, che vengono differenziati tra di loro sulla base di:

  • molteplici aspetti legati al soddisfacimento dei fabbisogni energetici e nutrizionali;

  •  alcune funzionalità del mangime desiderate;

  • Peculiarità per quanto riguarda gli ingredienti inclusi;

  • Peculiarità per quanto riguarda il processo produttivo. 

Esiste poi un’altra tipologia di classificazione dei mangimi basato sulla razione giornaliera dell’animale(=quantità totale di uno specifico mangime necessario in media al giorno per soddisfare tutti a bisogni energetici e nutrizionali dell’animale)

Materie prime per mangimi o Mangimi semplici

Di origine vegetale o animale, l’obbiettivo principale di questa tipologia di mangimi è soddisfare le esigenze nutrizionali degli animali. Questa tipologia include una vasta gamma di mangimi che possono trovarsi allo stato naturale, freschi o conservati e possono includere o meno additivi.

 

Mangimi composti

Si differenziano da gruppo precedente perché sono miscele composte almeno da due materie prime per mangimi(che possono contenere o non additivi) destinate all’alimentazione animale per via orale. Includono mangimi d’allattamento somministrati allo stato secco o liquido per alimentare giovani animali che non hanno potuto usufruire di allattamento materno. 

 

Mangimi completi

Sono i mangimi composti che, grazie alla loro composizione, sono sufficienti per una razione giornaliera dell’animale.

 

Mangimi complementari

Sono mangimi che possono essere sufficienti per una razione giornaliera solo se associati ad altri mangimi.  Comprendo mangimi minerali con all’interno almeno il 40 % di ceneri grezze (residui inorganici delle materie prime impiegate). 

 

Mangimi con particolari fini nutrizionali

Mangimi dietetici

Riescono a soddisfare un particolare bisogno alimentare dell’animale dettato da uno stato dello stesso che obbliga momentaneamente o irreversibilmente un’alterazione nei processi digestivi. Ciò accade quando per esempio l’animale soffre una qualche particolare patologia che gli impedisce di assumere alimenti e sostanze di un certo genere. Difatti spesso questo tipo di mangime ha lo scopo di migliorare la salute dell’animale. 

 

Mangimi medicati

Si differenziano dai precedenti perché all’interno sono contenuti dei veri e propri medicinali. Difatti questo tipo di mangime si presenta come un metodo alternativo per la somministrazione del farmaco veterinario e possono essere prodotti solo su previa prescrizione del veterinario che ha il compito di specificare il dosaggio e le modalità di somministrazione (farmaci che nella stragrande maggioranza dei casi vengono somministrati prima che l’animale venga utilizzato per la produzione di beni destinati al consumo umano).

 

Peculiarità

Spesso le industrie producono anche mangimi con caratteristiche particolari volte a soddisfare bisogni specifici per i bestiame. Queste caratteristiche spesso coinvolgono gli ingredienti e/o le modalità di somministrazione del mangime. 

Esistono difatti anche diversi tipi di mangime che si differenziano tra di loro per la natura degli ingredienti e per la loro provenienza che possono influire sul benessere dell’animale e/o sulla qualità dei prodotti da esso ricavati.

Si contraddistinguono quindi:

 

Mangimi biologici

Che per essere definiti tali devono rispettare una serie di misure riguardanti sia le modalità di fabbricazione del mangime sia le caratteristiche delle materie prime e degli additivi. 

Questa tipologia di mangimi deve rispettare precise regole indicate in diversi provvedimenti comunitari.

Lo stesso discorso vale per  l’etichettatura che deve seguire disposizioni ben precise a tutela della corretta informazione per il consumatore.

 

Mangimi contenenti OGM

Qualsiasi OGM già autorizzato dall’Unione europea può essere impiegato per la produzione di mangime anche destinato ad animali volti alla produzione di beni consumabili dall’uomo. I mangimi che contengono OGM o derivati devono essere prodotti e etichettati seguendo la normativa vigente. 

L’utilizzo di questo tipo di materie prime può essere causato da varie esigenze. Ne è un chiaro esempio l’Italia, che nell’ultimo ventennio non è stata autosufficiente per quanto riguarda l’approvvigionamento di alcuni vegetali. 

 

Forma e consistenza

Anche la forma fisica e di commercializzazione dei mangimi è importante ed è determinata dalla specie/categoria animale cui sono destinati, proprio per meglio soddisfare richieste nutrizionali ma anche comportamentali.

Ad esempio, per gli animali da produzione alimentare generalmente i mangimi sono secchi ed in forma di sfarinati, pellet o spezzati; nel caso invece degli animali da compagnia, gli alimenti possono avere diversa consistenza per il tenore di umidità unitamente alle presentazioni e forme. Gli alimenti per animali possono essere distinti in base al tenore di umidità, differenziandosi in secchi, umidi, liquidi.

 

Mangimi secchi

La maggior parte dei mangimi per animali da produzione alimentare sono secchi poiché la percentuale di umidità è pari o addirittura inferiore al 12 %, sia per la natura e stato fisico delle materie prime vegetali sia per le tecniche produttive impiegate. Tale tipologia è anche vastamente riscontrabile nel settore del pet food (ovvero per gli animali domestici)

 

Mangimi umidi

Gli umidi o conserve sono destinati principalmente agli animali da compagnia (scatolette, bustine, barattoli) e presentano un tenore di umidità pari a circa il 70-80%. 

 

Mangimi liquidi

I mangimi liquidi sono principalmente destinati agli animali d’allevamento oppure agli animali da compagnia, soprattutto nei cuccioli in sostituzione del latte materno. Sono alimenti quindi ad alto valore nutrizionale, studiati appositamente per la crescita in base ad esigenze differenti per specie.

 

Mangimi ricavati da prodotti di scarto

L’impiego di prodotti di scarto provenienti dall’industria agroalimentare per la produzione di mangime è considerato vantaggioso a causa delle fluttuazioni dei prezzi e delle dinamiche di approvvigionamento delle materie prime convenzionali. Difatti l’impiego di queste risorse offre grandi vantaggi dal punto di vista economico  ed ecologico (gli scarti utilizzati per produrre mangime non dovranno essere smaltiti)

 

Il pastazzo

Un esempio di prodotto di scarto utilizzato per la produzione di mangime è il pastazzo. Con la produzione di succhi ottenuti dai frutti del genere Citrus (quindi arance, limoni, pompelmi, mandarini ecc.) si ottiene questo scarto che fino a poco tempo fa era considerato un vero e proprio rifiuto, per cui era obbligatorio lo smaltimento che aveva costi elevati e imprevedibili (per cui spesso avveniva in maniera illecita). Solo recentemente il pastazzo è stato escluso definitivamente dalla disciplina dei rifiuti per cui al momento viene sfruttato anche per la produzione di mangimi il che, porta grandi vantaggi grazie alla composizione nutrizionale che rende questo scarto (in particolar modo quando disidratato) un valido sostituto dei cereali senza particolari problematiche dal punto di vista di efficienza produttiva degli animali.

Normalmente il pastazzo si presenta  come un sottoprodotto dell’estrazione dei succhi dei frutti costituito da un residuo umido composto da bucce, porzioni di polpa, semi e frutti di scarto. Lo scarto presente un elevato contenuto i zuccheri e fibra. Per quanto riguarda il contenuto proteico è alquanto limitato mentre il valore energetico è confrontabile con quello dei cereali.

I frutti del genere Citrus contengono molti composti bioattivi quali vitamine, acidi grassi insaturi, oli essenziali e alcuni flavonoidi che nella loro struttura chimica presentano uno o più gruppi fenolici con proprietà antiossidanti. Molti di questi composti secondari vengono spesso estratti e purificati per essere destinati all’industria alimentare o farmaceutica, ma ciò non avviene in tutte le industrie per cui questi composti possono residuare nel pastazzo. L’impiego di tale sottoprodotto nell’alimentazione animale potrebbe quindi produrre effetti antiossidanti nei prodotti di origine animale tra cui la carne. La sostituzione di orzo con polpe disidratate di arancia non ha penalizzato le performance di accrescimento e ha prolungato la shelf life della carne di agnello in termini sia di ossidazione lipidica che proteica lungo un periodo di conservazione aerobica della durata di sei giorni. Le diete contenenti il pastazzo disidratato di arancia hanno evidenziato un maggiore livello di polifenoli totali rispetto alla dieta controllo facendo ipotizzare quindi un effetto specifico di questi componenti sul prolungamento della shelf life della carne.

 

Il siero di latte

Esso è un altro prodotto di scarto spesso utilizzato per la produzione di mangimi. È la parte liquida del latte che si separa dalla cagliata durante la caseificazione. Il siero viene anche utilizzato come additivo per i prodotti alimentari e per la produzione di ricotta.

All’interno sono contenuti lattosio, proteine, Sali minerali e tracce di lipidi, oltre ovviamente a prodotti di degradazione del lattosio (ovvero l’acido lattico, il glucosio e il galattosio).  

Esistono diversi tipi di sieri ottenibili a seconda dei tempi di attesa e del metodo utilizzato per cagliare il latte e per colarlo, quindi due sieri diversi possono avere caratteristiche anche molto diverse tra loro. Una componente del siero che merita di essere considerata è la presenza di batteri probiotici. I batteri lactobacillus e bifidobacterium sono in grado di svilupparsi nel siero di latte facendolo diventare probiotici. 

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Nell’alimentazione animale il siero di latte viene dato direttamente da bere agli animali o viene aggiunto al foraggio grezzo. La conservazione avviene all’interno di serbatoi di stoccaggio dove il pH del siero viene ridotto a 3-4 per impedire che il prodotto si guasti. L’aggiunta di questo scarto ai mangimi destinati a bovini porta a leggere modifiche alle percentuali dei componenti del latte e quest’ultimo (per quanto riguarda la produzione dei formaggi) fermenta e coagula in breve tempo.  I benefici principali dell’uso di siero di latte per l’alimentazione zootecnica sono quindi i seguenti:

  • È un agente naturale ottenuto da latte fresco;

  • I prodotti ottenuti da esso contengono proteine di alta qualità, lattosio, composti bioattivi, minerali e vitamine;

  • Ha un’ottima solubilità;

  • Non sono contenuti fattori anti-nutrizionali;

  • Facile da digerire

  • Aumenta il consumo di mangime da parte di vitelli, agnelli e capretti appena svezzati;

  • Guarisce e migliora le prestazioni e la saluta del sistema digestivo degli animali.


 

Fonti:     Wikipedia, www.assalzoo.it, www.mangimiealimenti.itwww.dietabit.it

 “Tutti gli aspetti del siero da latte”(confederazione italiana agricoltori dell’Umbria)

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